Il Napoli è un club modello per come gestisce le proprie finanze: Aurelio De Laurentiis, nel corso degli anni, ha privilegiato l’aspetto economico, puntando soprattutto sulla solidità finanziaria, senza tra l’altro perdere di vista gli obiettivi sportivi. E infatti, nel giro di pochi anni, il club partenopeo è arrivato a calcare i più importanti palcoscenici calcistici d’Europa.
BILANCIO NEGATIVO – Quest’anno però, dopo otto bilanci utili consecutivi, l’assemblea dei soci ha registrato un saldo in negativo: la perdita, al 30 giugno 2015, è stata di 13,1 milioni di euro. Un buco che è stato facile coprire, attraverso l’utilizzo delle riserve che il Napoli ha in cassa, e che ammontano a 72 milioni di euro. Nessun ingresso di capitale fresco dunque: il cammino virtuoso percorso in passato ha fatto in modo che il club potesse affrontare senza affanni questa perdita. Il punto è che però questa riserva non sarà eterna; e allora bisogna capire cosa e come fare per assicurarsi che il Napoli mantenga il suo profilo di società sana economicamente e vincente dal punto di vista sportivo. In passato, le cessioni dei calciatori più importanti e rappresentativi – Lavezzi e Cavani – hanno fatto in modo che il club non andasse mai in affanno; dai soldi guadagnati è stato anzi possibile addirittura rinforzare la squadra, come hanno dimostrato gli acquisti di Higuain, Callejon ed Albiol dal Real Madrid. Il guaio, a livello temporale, viene immediatamente dopo: per ben due stagioni il Napoli ha saltato l’appuntamento con laChampions League, i cui introiti, per il club partenopeo, sono ancora fondamentali. Perchè nel frattempo è cresciuto il monte ingaggi (dal 2011 del 104%), arrivato a 74 milioni di euro(quinto in Serie A dietro Juve, Roma, Milan ed Inter) e contestualmente le aspettative dei tifosi. Mentre dall’Europa League dell’anno scorso sono arrivati solo 12 milioni di euro, stessa cifra rientrata grazie ad alcune plusvalenze.