Aspettando Milik

Il pareggio con la Roma al San Paolo, diciamolo francamente, lascia l’amaro in bocca, soprattutto per come è arrivato. La squadra di Di Francesco ha approfittato di un errore di posizione della retroguardia azzurra per andare in gol con El Shaarawy, e poi si è arroccata nella sua metà campo fino al novantesimo e oltre. E fortuna che prima Albiol (salvataggio sulla linea) e poi Mertens con il gol nel finale, sono riusciti a metterci una pezza: altrimenti ora l’ambiente partenopeo, da montagne russe, starebbe parlando già di crisi.

In realtà la partita di ieri sera ha confermato, una volta di più, la difficoltà delle gare che si disputano dopo il turno di Champions League. Non è una scienza esatta, per carità, ma l’impegno di Parigi è costato tanto al Napoli, soprattutto dal punto di vista mentale. E questo ha determinato quella mancanza di lucidità con la quale ieri sera gli azzurri hanno dovuto fare i conti. Un aspetto che si è manifestato nell’imprecisione di alcuni passaggi, negli errori difensivi di cui sopra, e soprattutto nelle tante occasioni da rete create e non finalizzate. Questo ci porta a dover analizzare un altro aspetto del pareggio interno con la Roma: la difficoltà del Napoli nel trovare la via del gol. Difficoltà che finora la buona vena realizzativa di Insigne ha saputo celare. Il problema, se così lo vogliamo chiamare, risiede nella prestazione di Arek Milik, che ancora una volta ha sì lottato con generosità, ma senza riuscire a incidere il suo nome nel novero dei marcatori.

Qualche occasione buona l’ha avuta il centravanti polacco, senza però riuscire a trasformarla in gol. Fateci caso: arrivava quasi sempre con un pizzico di ritardo sui suggerimenti dei compagni. Lucidità mancante dunque, eccola la questione che, per quanto riguarda Milik, ha radici anche più lontane. Gli infortuni che lo hanno martoriato nei primi due anni della sua esperienza azzurra, gli hanno fatto praticamente saltare due stagioni. E sebbene ora sia clinicamente guarito e goda di un buono stato di forma, è impossibile pensare che le scorie di uno stop così lungo non si facciano sentire. Desuetudine al campo, al calcio giocato. Un aspetto dal quale non si può “guarire” in  pochi mesi. E per guarire, serve giocare: Ancelotti lo sa, e glielo sta normalmente concedendo nelle rotazioni applicate fin qui. Considerando che il mercato è chiuso, bisognerà aspettare che torni il vero Milik dunque. Sperando che non faccia come Godot.

Vincenzo Balzano

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