Il futuro del calcio è in direzione dell’oriente. Aurelio De Laurentiis, in verità, lo aveva capito già anni fa. Quando acquistò il Napoli, una delle sue frasi passate alla storia fu: “In Italia ci prendiamo a capelli per i diritti tv, senza voler capire che un giorno dovremo esportare il nostro calcio in Cina”. Lui, in un certo qual modo, ci è anche riuscito; la finale di Supercoppa del 2012 si giocò proprio a Pechino, e in quei giorni trascorsi nella capitale cinese il Napoli ebbe modo di studiare, capire, comprendere che quel mercato era in espansione e che quindi andava aggredito in qualche modo. Se si pensa che oggi due tra le squadre italiane con maggiori tradizioni, Inter e Milan, sono di proprietà cinese, è chiaro che bisogna riconoscere a De Laurentiis di aver visto giusto ancora una volta.
In tutti questi anni però, in molti si sono domandati per quale motivo il Napoli non avesse un progetto che prevedesse l’aggressione del mercato orientale. Per intenderci: nessuna iniziativa, nessuna tournée, mai una parola che facesse intendere di voler iniziare a gettare le fondamenta di uno sbarco in Cina. Poi quest’estate, nel pieno della bagarre per il calciomercato e a pochi giorni dall’inizio del campionato, la notizia; sottovalutata forse, di certo molto importante per chi sa chi è Serena Salvione.
É una donna manager molto in gamba, esperta proprio di mercato orientale: una dirigente navigata, che avrà il compito di espandere il marchio del Napoli in quella parte di mondo che ha fame di calcio e di grande calcio. Una mossa importante per il patron partenopeo, che ha anche organizzato un viaggio in Asia per settembre, volto a sondare il mercato cinese per fare in modo di portare alle casse del Napoli nuovi profitti. Non è da escludere quindi che anche la squadra di Sarri possa essere impegnata, di qui a breve in qualche amichevole o tournée esotica volta ad esportare il brand Napoli. Con buona pace di Maurizio Sarri, che non deve aver accolto con entusiasmo questa notizia.
“I nostri clienti sono brand e aziende che vogliono fare leva sulla passione e sulle emozioni, proprie del calcio e dei suoi tifosi, e trasformarle in uno strumento di marketing di grande efficacia per incrementare la notorietà del marchio, affermarsi sul mercato, creare attivazioni uniche e coinvolgere in maniera diversa, diretta e duratura il proprio target, sia consumer sia business”. Ora non resta che aspettare, per capire questo connubio tra il Napoli e la Salvione quali effetti sortirà. Magari, l’acquisto più importante di quest’estate il club partenopeo potrebbe averlo fatto fuori dal campo.