E’ iniziata ufficialmente la stagione 2018-2019 del Napoli. Gli azzurri si sono radunati questa mattina presso il Grande Albergo Vesuvio, sul lungomare, a causa dei lavori che in questo momento stanno cambiando volto al centro tecnico di Castel Volturno. E, metaforicamente parlando, iniziare la nuova stagione di fronte al mare potrebbe rappresentare un segnale importantissimo per il futuro: l’augurio di tutti i tifosi è che i calciatori possano mettere in campo tutte le loro forze per riportare in città quello scudetto che manca dal 1990. Sì, avete capito bene: abbiamo nominato la parola “scudetto”, pur senza sapere come finirà il mercato e se e come il Napoli ne uscirà rinforzato. A spianare la strada è stato il nuovo allenatore partenopeo; in un articolo pubblicato qualche giorno fa sul suo sito personale, tra le altre cose c’era infatti scritto: “Carlo ha convocato 23 calciatori per il 10 luglio in Trentino, dove resteranno fino al 30.07 per venti giorni di lavoro intenso, che serviranno a gettare le basi e a preparare un progetto sportivo che si pone come obiettivo la conquista dello scudetto”.
Basta scaramanzia dunque. E soprattutto basta nascondersi. Basta accampare scuse o cercare giustificazioni: il Napoli, quest’anno, giocherà per conquistare lo scudetto. E lo farà, forse per la prima volta, con la consapevolezza di essere già una squadra forte. Forte dei 91 punti della passata stagione, forte di valori tecnici e morali fuori dal comune. Forte di un allenatore che sa come si fa: vincente sia da calciatore che da tecnico, Ancelotti avrà come primo – e non semplice – compito, proprio quello di portare nell’ambiente partenopeo la sua mentalità vincente. Ne ha viste tante l’allenatore emiliano, sia nel bene che nel male. Ha vinto scudetti e Champions, perdendone una ai rigori contro il Liverpool di Benitez dopo essere stato in vantaggio di tre gol. Dopo due anni se la riprese con gli interessi, dimostrando a tutto il mondo quanto sia importante un concetto troppo spesso sottovalutato nel calcio: la serenità nello scendere in campo. Il saper mettere da parte la tensione negativa che può diventare stress nervoso in grado di far rendere male i calciatori.
Da questo punto di vista, Ancelotti ha saputo mitigare gli insegnamenti di uno dei suoi maestri, quell’Arrigo Sacchi che invece era a dir poco un sergente di ferro. Ancelotti ha un rapporto diretto con i giocatori, improntato all’auto responsabilità dei calciatori. E’ sempre riuscito ad instaurare con i suoi ragazzi, in qualsiasi squadra, un certo tipo di confidenza, che è spesso sfociata nella complicità. Al Milan, ad esempio, erano in molti a chiamarlo per nome. Perché in fondo Ancelotti è stato a sua volta un calciatore, di altissimo livello anche. E sa bene cosa un calciatore vuole sentirsi dire, in quale momento e in quale occasione.
Queste sono le premesse di carattere psicologico con cui ha inizio la stagione del Napoli. Certo, poi dovrà arrivare ancora qualche rinforzo: Meret, Karnezis, Fabian Ruiz e Verdi sono ottimi calciatori, ma la sensazione è che il club farà ancora qualche operazione per consegnare ad Ancelotti una rosa quanto più possibile omogenea e competitiva. L’occasione, mai come quest’anno, è troppo ghiotta: il Napoli sta entrando in una nuova era, farlo con lo scudetto cucito sul petto rappresenterebbe un biglietto da visita ineguagliabile.
Vincenzo Balzano