Quando si parla di José Maria Callejon, si sottovaluta spesso il fatto che lui sia nato nella cantera del Real Madrid, che José Mourinho – mica uno qualsiasi – stravedesse per lui quando era sulla panchina delle merengues (lo avrebbe voluto anche al Chelsea la scorsa estate, il Napoli si oppose e non lo fece partire) e che era lui il ricambio di Cristiano Ronaldo.
Insomma, il background dell’attaccante di Motril è una storia seria. Arrivato a Napoli grazie ai buoni uffizi di Rafa Benitez – che con lui condivide il procuratore Manuel Quillon – Callejon si è dimostrato sin dal primo momento un calciatore indispensabile per la squadra partenopea. Non è un caso che, prima Benitez e poi Sarri, lo abbiano ritenuto e lo ritengano un giocatore di cui difficilmente si può fare a meno. Al suo primo anno in azzurro – stagione 2013-2014 – mise a segno la bellezza di venti gol, così distribuiti: 15 in campionato, 2 in Champions League e 3 in Coppa Italia. Gli assist decisivi furono undici, in cinquantadue partite ed oltre quattro mila minuti giocati.
L’anno scorso il suo rendimento è lievemente calato, ma la stagione di tutto il Napoli è stata una continua montagna russa iniziata con la sconfitta di Bilbao e l’addio prematuro alla Champions League, e conclusasi con il quinto posto in campionato. Callejon mise comunque a referto dodici reti, di cui undici in campionato e una in Europa League, con un corredo di sette assist, per un totale di 59 partite e i soliti oltre quattro mila minuti giocati.
L’arrivo di Sarri la scorsa estate pose allo spagnolo un interrogativo: restare o no a Napoli? C’erano le sirene inglesi del Chelsea – con Mourinho che lo avrebbe accolto a braccia aperte a Stamford Bridge – e soprattutto un futuro non troppo chiaro in azzurro. Gli basto una chiacchierata di venti minuti con il nuovo allenatore per capire che anche in questa stagione sarebbe stato un punto fermo del Napoli. Nel 4-3-1-2 con cui Sarri iniziò il campionato, Callejon era schierato ovviamente come seconda punta. Ma lui, che trova sfogo e campo soprattutto sull’esterno, faceva fatica. Così dalla prima partita di Europa League con il Bruges il tecnico propose il 4-3-3 e da allora il Napoli ha cominciato la sua splendida cavalcata. Esaltando le caratteristiche dei suoi migliori calciatori, compreso José Maria Callejon. Diventato presto insostituibile anche con Sarri, che ha speso sempre parole d’elogio per lo spagnolo, definendolo più volte l’equilibratore della squadra. Perché tra tante caratteristiche importanti, il ragazzo ne ha una che fa felice tutti i tecnici: la corsa e la copertura difensiva che assicura pur giocando in attacco. Ha sette polmoni Callejon, e andando a vedere le statistiche di questo campionato, non ci si sorprende più ormai: ha giocato finora quarantasei partite, totalizzando oltre tremila minuti in campo e mettendo a segno ben dodici gol, con tredici assist a corredo. Il suo contratto scade nel 2018, ma il suo manager è atteso a giorni in città: il Napoli vuole il rinnovo, Callejon pure. Perché ormai il binomio è vincente.