Chi lo ha visto da vicino domenica allo stadio, dopo Napoli-Verona, giura di averlo trovato piuttosto infastidito. Parliamo di Aurelio De Laurentiis, che al termine della partita si è intrattenuto con alcune persone nel ventre del San Paolo. E l’edizione odierna di Repubblica riporta alcune indiscrezioni che possono essere significative dello stato d’animo del Presidente.
RABBIA DE LAURENTIIS – La sconfitta di Udine non gli è andata giù. Ha lasciato il Napoli a -3 dalla Juve, lo ha ritrovato a -6 al ritorno da un breve periodo di vacanza alle Maldive. Aveva guardato quella partita da uno sperduto atollo ai tropici, “disorientato e deluso” per quanto stava accadendo. In molti si sarebbero aspettati qualche sua parola, magari sferzante come solo lui sa fare. E invece niente, la soluzione del silenzio è stata praticata in maniera ermetica. Ma a De Laurentiis, questo è sicuro, due cose non sono andate giù. La prima: il poco turnover effettuato da Sarri, non solo ad Udine, ma anche in altre occasioni. Il numero uno partenopeo ritiene che in rosa ci siano altri calciatori pronti per essere utilizzati in partite più semplici, in modo da far rifiatare i big e non appesantirli troppo dal punto di vista fisico. E poi la reazione di Higuain dopo l’espulsione comminatagli da Irrati. Il Pipita avrebbe potuto saltare solo un match, e invece la sa rabbia ha fatto sì che la squalifica fosse di quattro giornate, lasciando sola la squadra in un momento decisivo della stagione.
CONSEGUENZE – Quali saranno, è difficile ipotizzare. Per quanto riguarda il tecnico, il rapporto è destinato ad essere prolungato, anche se voci di corridoio fanno sapere che De Laurentiis abbia – mettendo in atto un suo diritto – prorogato il termine entro il quale ci sarebbe stato il rinnovo automatico: non più il 30 aprile, ma il 30 maggio, a campionato abbondantemente chiuso. Cosa significa? Che, con ogni probabilità, in questo periodo è meglio evitare ulteriori distrazioni. Poi a bocce ferme se ne riparlerà. Capitolo Higuain: già nei mesi scorsi ci fu attrito tra le parti, dopo l’accusa, da parte del Presidente, di avere qualche chilo di troppo da smaltire. Il Pipita all’epoca rispose nel modo migliore: facendo gol. Oggi è impossibilitato, in attesa della sentenza della Corte Sportiva d’Appello. Del resto, di tutto il resto – compresa la sua permanenza a Napoli – se ne riparlerà più avanti.