Ci siamo, torna finalmente la competizione calcistica per club più bella in assoluto: per il Napoli è la settima partecipazione in totale e la terza consecutiva in Champions League, a dimostrazione di una crescita esponenziale del club sorto dal fallimento e riportato in alto da Aurelio De Laurentiis.
Questa sera l’esordio – e che esordio – in uno dei templi del calcio europeo, che mancava a questi livelli dal 1991: al Marakana di Belgrado, contro la Stella Rossa, servirà coraggio a profusione da parte degli azzurri, che da questo punto di vista sono stati saggiamente messi in guardia da Carlo Ancelotti. Il tecnico azzurro sa bene cosa significa mettere piede in quello stadio, avendolo fatto sia da giocatore – in una partita rimasta nella storia e giocata in due giorni causa nebbia – che da allenatore, allorquando con il suo Milan affrontò la Stella Rossa nei preliminari di quella Champions League che poi i rossoneri avrebbero alzato al cielo nella magica notte di Atene contro il Liverpool.
Il Napoli è inserito in un girone di ferro, forse il più competitivo di tutta la manifestazione: Paris Saint Germain e Liverpool sono le candidate alla qualificazione al turno successivo, gli azzurri hanno l’obbligo di provare a sovvertire un pronostico sicuramente duro. E per farlo non si può prescindere da un risultato importante a Belgrado. L’obiettivo societario è quello di andare più avanti possibile, considerando l’aspetto economico di primo piano della Champions League di quest’anno, la più ricca di sempre. Basti pensare che il suolo premio di partecipazione, per ogni singola squadra, ammonta a 15 milioni di euro. Un pareggio nella fase a gironi vale 900 mila euro, una vittoria 2,7 milioni. Se una squadra vincesse tutte le partite, fino alla finale, incasserebbe ben 82 milioni di euro, senza considerare il ranking e il market pool. Ben 9,5 mln vale invece il passaggio del turno, 10 mln la qualificazione ai quarti, 12 per le semifinali, 15 per la finalista perdente e premio extra da 19 mln per chi alza la coppa.
Altri premi derivano inoltre dal ranking e dal market pool. La Uefa ha diminuito la quota derivante dai “puri” diritti tv (50 milioni di euro per le italiane) e ha inserito quella riguardante i risultati storici. Saranno avvantaggiati i club che hanno disputato il maggior numero di partite in Champions, il Real Madrid è ovviamente in testa alla classifica, la Juventus sesta incasserà 29,7 milioni, mentre per Inter, Napoli e Roma è più difficile quantificare l’incasso, molto dipenderà da chi vincerà i playoff. La squadra azzurra si piazza intorno al 19esimo posto. Tutto, ovviamente, dipenderà dagli incastri tra risultati propri e altrui. Per il Napoli, una buona Champions (tra ottavi e quarti) può valere un introito totale intorno agli 80 milioni.