Il genere umano è diviso sostanzialmente in due sottocategorie: i sognatori e idealisti da un lato, i razionali dall’altro. Allargando quest’assioma al mondo del calcio, è possibile ricostruire una verità storica che per qualcuno potrebbe rappresentare un grande insegnamento. O forse no: perché in fondo, uno degli appartenenti ad una delle due categorie, non potrà mai capire e ragionare come fa l’altro.
Prendete Maradona. Boquense, passionale, illogico per sua definizione. Non c’è nulla di razionale in gran parte del suo percorso di vita. Sempre dalla parte dei più deboli, anche quando, per convenienza personale, avrebbe potuto spostare le attenzioni con una semplice parola. Non ha mai risparmiato un attacco alla Fifa (e alla fine ci si è resi conto che, su Blatter, aveva ragione lui), ha sempre combattuto i poteri forti e non ha mai voluto appoggiarli. Lui, che proveniva da un sobborgo argentino poverissimo, si è fatto bastare l’amore per il calcio e la vita che, grazie al calcio, si è saputo donare. Guadagnando anche tanto, per carità (ma immaginate quanto avrebbe potuto intascare oggi), e cadendo in tentazione nella trappola della cocaina, problema che può portare alla morte se non lo si affronta. Ci è andato vicino, la morte l’ha vista in faccia Maradona. Ma ha deciso di farle un clamoro dribbling, esattamente come faceva in campo con gli avversari. Ha giocato in tante squadre, ma il segno lo ha lasciato soprattutto a Napoli, dove il vento del suo passaggio soffia ancora forte. Ha elevato una città ridonandole quella dignità che le era stata sottratta quasi in tutti i campi del vivere civile. E, per amore di Napoli, ha persino rifiutato la Juventus: Gianni Agnelli, che all’epoca poteva permettersi qualsiasi cosa, avrebbe voluto fortemente vederlo giocare in bianconero. Si vocifera addirittura di un assegno in bianco proposto a Diego; e il Napoli, nella persona di Ferlaino, non avrebbe mai potuto pareggiare tale offerta. Non ci pensò nemmeno un minuto, Maradona. Salutò cordialmente l’Avvocato, ringraziandolo di tanta bontà, ma declinò l’invito e la proposta.
“Non andrò mai alla Juve, a Napoli sto bene e non tradirei mai il loro affetto”. Pensate se, questa frase, l’avesse pronunciata Gonzalo Higuain. Sarebbe stato stupendo, dite? Impossibile, controbattiamo noi. Semplicemente perché, il Pipita, appartiene a quell’altra categoria: razionale, calcolatore. Senza bisogno che gliene si faccia per forza una colpa. Semplicemente diverso. E tra i due, noi ci teniamo stretti tutta la vita Diego. Senza rancore, caro Gonzalo.