La settimana scorsa, alla vigilia della partita con il Palermo, il Napoli aveva annunciato che non ci sarebbe stata la consueta conferenza stampa di Maurizio Sarri nel prepartita. Una decisione apparsa strana ai più, tanto è vero che il club fece poi un dietro front parziale, concedendo al tecnico di parlare almeno a Mediaset, che di quelle conferenze stampa detiene comunque i diritti televisivi. Repetita (non) iuvant: anche questa settimana non sarà possibile ascoltare la libera voce del tecnico, alla vigilia della partita con il Bologna. Il Napoli non ha dato motivazioni, ma dietro questa scelta sembra esserci la volontà di evitare una sovraesposizione mediatica di Sarri, che quando parla non le manda a dire, salvo poi correggere il tiro. Il risultato finale, pessimo, è figlio di un’altrettanta pessima gestione della comunicazione: a rimetterci, come sempre, sono i tifosi che vorrebbero sentire dalla bocca del proprio allenatore i motivi di una scelta piuttosto che di un’altra, un commento alla partita o la preparazione alla stessa. Nell’era della comunicazione 3.0, quella del Napoli sembra, francamente, una sconfitta primordiale.
Per gli azzurri, intanto, continua il tour de force inaugurato la settimana scorsa in Sicilia. Dopo le due vittorie consecutive ottenute al cospetto di Palermo e Dinamo Kiev in Champions League, la squadra affronterà domani sera il Bologna di Roberto Donadoni, che spesso in carriera ha tirato brutti scherzi al Napoli, dopo averlo allenato solo per qualche mese. Una gara da prendere con le molle, Sarri lo sa, provando a inserire forze fresche dopo l’impegno infrasettimanale.
Le rotazioni, nel match interno contro i felsinei, potrebbero essere più intense rispetto alle ultime due uscite. In difesa, con Hysaj, Albiol e Koulibaly, potrebbe giocare Strinic questa volta, dando così un turno di riposo a Ghoulam. A centrocampo, alcuni spifferi provenienti da Castel Volturno lasciano presagire un inserimento di Diawara dal primo minuto, al posto di Jorginho. Se così fosse, difficile che Sarri ne cambi due inserendo anche Zielinski al posto di Hamsik. O il guineano, o il polacco: troppo presto per vederli insieme, almeno dal primo minuto. In attacco invece la grande novità: dopo le ultime buone prestazioni, Arkadiusz Milik potrebbe sedersi in panchina a favore di Manolo Gabbiadini; Sarri, da buon psicologo, sa bene che nel momento di massima euforia del centravanti polacco si rischia di perdere definitivamente Gabbiadini. Probabile allora che lo getti nella mischia, concedendogli la possibilità di mettersi in mostra contro una difesa non irresistibile, e di ingurgitare un pizzico di autostima che in questo momento manca all’attaccante bergamasco. Il reparto sarà completato dal sempre presente Callejon (per Giaccherini serve ancora un po’ di tempo) e da uno tra Mertens e Insigne, con l’italiano favorito sul belga.