Napoli, giocare è il miglior allenamento: dopo l’uscita dall’Europa, sono calate media punti e media realizzativa

La tesi con cui Maurizio Sarri, nel 2006/2007, ha preso a Coverciano il patentino di allenatore, si intitola “La preparazione settimanale della partita”. All’interno del suo elaborato, il tecnico del Napoli analizza giorno per giorno, dal lunedì alla domenica, cosa un allenatore deve fare e non fare per accompagnare i suoi atleti al match della domenica. La cosiddetta “settimana tipo”, tanto agognata da Sarri per far confluire tutte le energie, fisiche e mentali, sul campionato, è stata ottenuta dal Napoli grazie all’eliminazione dall’Europa League per mano del Lipsia, e dalla Coppa Italia per mano dell’Atalanta. 

Una decisione forse inconscia (“I calciatori sentono maggiormente l’impegno in campionato, spinti anche dai tifosi”), ma sulla quale l’allenatore avrebbe forse fatto bene ad intervenire, per dare le giuste motivazioni anche nelle altre manifestazioni ad una squadra che ha espressamente dimostrato di non averne. E ha optato quindi per l’All In sul campionato. Peccato che, da quel momento in poi, quindi dopo l’eliminazione europea, la media punti in campionato del Napoli sia drasticamente crollata: da 2,6 per partita, è scesa a 1,7. Una semplice coincidenza? Il calo potrebbe essere dovuto al fattore atletico; bisogna ricordare che la stagione della squadra di Sarri è iniziata presto, a causa dei preliminari Champions giocati ad agosto contro il Nizza. Ma il calcio giocato ad alti livelli insegna invece un’altra cosa.

I calciatori, per rendere al massimo, hanno bisogno di vivere l’evento partita con una tensione positiva. Quando questa viene a mancare, o si dirada troppo, ritrovarla di volta in volta diventa difficile. E’ un po’ come la dinamo della bicicletta: all’inizio fa fatica ad accendersi, poi quando la pedalata diventa regolare non si spegne mai fino a quando non ci si ferma. E il Napoli, una volta uscito dall’Europa, ha allentato inevitabilmente questa tensione: i grandi allenatori hanno sempre sostenuto che giocare ogni tre giorni, se inevitabilmente toglie qualcosa dal punto di vista fisico, consente comunque alla squadra di tenersi sempre concentrata sugli obiettivi da perseguire. Il Napoli ha fatto del tutto diversamente, e la sua media punti è crollata a marzo ed aprile, insieme a quella realizzativa: prima di Lipsia gli azzurri segnavano in media 2,2 gol a partita, dopo la debacle europea il ritmo è calato fino ad arrivare a 1,57.

 

 

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