Botta e risposta: la Juve ha schiantato il Chievo a ora di pranzo, il Napoli ha distrutto l’Empoli un paio d’ore più tardi. Classifica invariata, con una giornata in meno da giocare: c’era un po’ di timore alla vigilia della partita con i toscani, che all’andata avevano fatto soffrire il Napoli e che giocano a calcio con il piglio dei grandi e l’umiltà dei provinciali. La paura si è concretizzata quando l’Empoli si è portato avanti con Paredes, gelando i 40 mila del San Paolo. Ma sono bastati pochi minuti alla squadra di Sarri, trascinata da un Lorenzo Insigne in forma strepitosa, a rimettere la partita sui giusti binari e a portare a casa la sesta vittoria consecutiva.
E a continuare a credere in quel sogno chiamato scudetto. L’aveva detto Sarri alla vigilia del match in conferenza stampa: “Non mi aspettavo di più dal mercato perchè non sono cambiati gli obiettivi del club. Non ci poniamo obiettivi, ma nemmeno limiti”. Una piccola ammissione di consapevolezza: nemmeno Sarri sa probabilmente dove può arrivare questo Napoli, dunque perchè tarpare le ali alla squadra? Mai dichiarazione fu più giusta, soprattutto in un periodo in cui tutti fanno a gara per gettare pressione sulle spalle degli azzurri. Un concetto ribadito anche nelle interviste post match dal tecnico partenopeo: “La Juve ha un fatturato enorme, noi siamo lì a giocarcela perchè i bianconeri hanno sbagliato ad inizio campionato. La squadra sta bene, deve pensare solo alla prossima partita senza porsi limiti”.
Intanto oggi si conclude il calciomercato invernale, difficile pensare che nelle ultime ore il club metta a segno altri colpi dopo quelli di Grassi e Regini. Due calciatori che potranno sicuramente tornare utili (per Grassi ci vorrà tempo a causa dell’infortunio) ma che forse non sono all’altezza di un club che lotta nell’immediato per obiettivi prestigiosi. Il concetto è quello ormai conosciuto: se nessuno si aspettava il grande nome – i vari Kramer, Andrè Gomes ed Herrera erano solo un’attrativa mediatica – forse c’era una via di mezzo da percorrere insieme all’acquisto di giovani di prospettiva come Grassi e di onesti combattenti come Regini. Una strada che il Napoli non ha voluto seguire. E la speranza di tutti è che non se ne debba pentire in futuro.