“Non ho visto una squadra nervosa o contratta. Abbiamo un po’ più di frenesia nell’attimo decisivo, negli ultimi passaggi. Se tornano i risultati tornerà anche l’entusiasmo. La nostra supremazia territoriale è palese. Da questa partita non si esce depressi”: così Maurizio Sarri dopo il match con il Villarreal. Un’analisi, quella del tecnico partenopeo, assolutamente condivisibile. Perché proprio contro gli spagnoli, per più di un’ora buona, si è visto un Napoli bello come succedeva qualche partita fa, che ha creato occasioni su occasioni, non trasformate solo a causa di un pizzico di imprecisione e di sfortuna sotto porta. Tutto bene dunque? No, assolutamente. L’eliminazione dall’Europa League non è un buon risultato, ma può diventare la cartina di tornasole di una squadra che deve crescere, e per farlo ha bisogno di attraversare anche momenti come questo.
DA FIRENZE IN POI… – Ora mancano 12 partite al termine del campionato. Senza Coppa Italia ed Europa League, con i relativi impegni infrasettimanali, il Napoli affronterà nell’ordine: Fiorentina, Chievo, Palermo, Genoa, Udinese, Hellas, Inter, Bologna, Roma, Atalanta, Torino e Frosinone. Sulla carta, solo gli impegni con Fiorentina, Inter e Roma – tutti in trasferta – sembrano veramente impegnativi. Questo per dire che da Firenze in poi gli azzurri hanno la possibilità di infilare un filotto importante di vittorie, per mettere pressione alla Juve, nella migliore delle ipotesi superarla, o comunque per isolarsi al secondo posto che significherebbe Champions diretta l’anno prossimo. Insomma, si può fare.
SOUSA NON GUIDA I BUS – La partita di lunedì con la Fiorentina fa paura, certo, per i valori tecnici dei viola e per il gioco che Sousa ha saputo dare alla squadra. Proprio quest’aspetto può esser fondamentale per portare via dal Franchi un buon risultato: la Fiorentina ama giocare a calcio, non conosce la parola “barricata” e cerca sempre di aggredire l’avversario. Potenzialmente un bene per il Napoli che, se riuscirà ad eludere con i suoi mezzi tecnici il pressing alto dei viola, avrà fatto già mezzo compito. Il restante poi spetterà ad Higuain e ai suoi compagni d’attacco. Magari è arrivato il momento di scaldare le polveri e tornare a sparare.