Una polemica ormai a cadenza annuale, quella che scoppia in questo periodo dell’anno. Quando il campionato si ferma, e il Comune di Napoli apre lo stadio San Paolo ai concerti. L’anno scorso quelli di Vasco Rossi e Jovanotti, quest’anno quello di Gigi D’Alessio. Il risultato è lo stesso: il prato dell’impianto di Fuorigrotta che viene sistematicamente bruciato dal palco e dai teloni che vengono stesi su di esso.
L’agronomo della Lega di Serie A, Giovanni Castelli, ha usato parole durissime per sintetizzare la situazione: “I danni sono enormi e bisogna metterci mano prima possibile per farli rientrare in una situazione accettabile per l’inizio del campionato. Nella zona del palco l’erba è morta, putrefatta, io non ho mai visto in nessuno stadio in Italia ed in Europa lasciare il campo coperto per 10 giorni! Di solito tutto accade in un giorno e con pochi danni, lì c’è stato un abbandono totale, inspiegabile. Essendo marcia, l’erba non può ricrescere. L’amichevole del primo agosto è a rischio. Il malato ora è in sala operatoria, bisogna capire se avrà una reazione repentina. Quello che è sicuro è che la prossima stagione il Napoli non avrà un campo da 5 stelle come era prima, come nel gioco dell’oca siamo tornati ad anni fa…”, le parole di Castelli a Radio Crc.
E non si è fatta attendere la replica di Gigi D’Alessio: “Ho parlato con De Laurentiis in maniera cordiale, assicurando al presidente che sarò io a sostenere le spese per i danni al prato del San Paolo, è una polemica inutile. Il prato ritornerà più bello di prima, la partita del 1 agosto è salva, da tifoso non potrei mai permettere alla mia squadra di non disputare le partite al San Paolo. Spero non mi rovinino la bella festa del concerto dove abbiamo raccolto anche dei fondi per la terra dei fuochi. Il problema è che a Napoli non siamo organizzati per ospitare concerti, altrove il terreno di gioco viene completamente rifatto dopo gli eventi”.