
IERI… – Un piccolo cenno storico, per far capire come da sempre il cammino della Juventus sia accompagnato dai dubbi di centinaia di migliaia di tifosi e di addetti ai lavori. Al termine degli anni ’90 e agli inizi del 2000, non c’era nessuno in Italia che non avesse il sentore che, in qualche modo, il club bianconero venisse favorito. Qualcuno parlava di malafede, qualcuno di sudditanza psicologica: cambiava poco, nell’eventualità l’errore era sempre a favore della Juve. Basta ricordare il clamoroso errore di Ceccarini sul rigore non concesso all’Inter dopo l’intervento di Iuliano su Ronaldo.
…OGGI – Da quattro anni i bianconeri dominano in Italia, dove hanno vinto scudetti a man bassa e dove continuano ad essere aiutati in qualche modo. Come in questa stagione; la prima, dopo tanto tempo, in cui c’è finalmente una vera antagonista per la vittoria dello scudetto: il Napoli. E in un incrocio decisivo come quello di ieri, dove i bianconeri giocavano l’infuocato derby della Mole, è arrivato l’aiutino sistematico da parte di Rizzoli. Vogliamo credere alla buona fede degli arbitri, e dire che magari i loro errori a favore della Juve sono frutto di una sudditanza psicologica (questa almeno concedetela) che continua a sussistere? Bene. Ma per quale motivo il signor Leonardo Bonucci può permettersi di affrontare un arbitro a muso duro avvicinandosi con la testa in maniera intimidatoria?
L’ACCUSA – Nei giorni precedenti Juve-Napoli dello scorso febbraio, si sollevò un vespaio di polemiche intorno al nome del fischietto che avrebbe dovuta arbitrarla. Era stato scelto Rizzoli, poi un infortunio lo fermò. In quei giorni, Paolo Liguori, il direttore di Tg Com, disse: “Io non ho prove, ma ho una sequenza importante di dati che dicono che quando sbaglia, quelle poche volte, Rizzoli lo fa in una direzione: a favore della Juventus. E’ inutile che banalizzate, proprio con questo atteggiamento poi è scoppiata Calciopoli e la gente ancora si chiede come mai nessuno ha denunciato nulla”. Seppur con un mese di ritardo, Rizzoli ha colpito davvero, andando ad ingrossare quella “sequenza importante di dati” di cui parlava Liguori. E ha fatto tornare attuale una storia di oltre quarant’anni fa. Chissà cosa ne penserebbe Brian Clough.