San Paolo, quale futuro? Il Comune in predissesto accende un mutuo, il Napoli per ora resta a guardare

Una cosa è sicura. Nelle condizioni in cui è ora, lo stadio San Paolo non rientra nelle normative Uefa. E questo, per il Napoli, potrebbe essere un bel problema in vista della prossima stagione, nella quale la speranza di tutti è quella di riassaporare l’ebbrezza della Champions League. Quest’anno l’Uefa ha concesso una licenza pro tempore, in attesa dei lavori di riqualificazione e di messa in sicurezza dell’impianto, che però sembrano ancora ben lontani dall’iniziare.

Nei giorni scorsi infatti, è scaduto il tempo a disposizione del Napoli (45 giorni concessi dal Comune) per riformulare la proposta presentata a Palazzo San Giacomo, che doveva partorire poi la convenzione definitiva con il club di De Laurentiis. La ridotta capienza dell’impianto, nei progetti del club, non è piaciuta alla giunta, che ritiene serva invece uno stadio da 60 mila posti per andare incontro alle esigenze dei tantissimi tifosi azzurri. Dunque quel progetto di portare il San Paolo a 41 mila spettatori è morto ancor prima di nascere. Ora cosa succederà? Il futuro sembra difficile da prevedere, anche perchè a giugno ci saranno le elezioni del nuovo Sindaco, che potrebbero cambiare tutti gli scenari.

Per ora Palazzo San Giacomo ha deciso di rivolgersi al Credito sportivo per accendere un mutuo di circa 30 milioni, soldi che saranno destinati soprattutto alla messa in sicurezza del San Paolo. Qualcuno si è chiesto: come è possibile che un ente – come il Comune di Napoli – in predissesto economico prenda la decisione di accendere un mutuo così oneroso? Possibile: lo prevede la nuova legge di stabilità per incentivare gli investimenti pubblici. Entro febbraio dunque dovrebbero iniziare ad arrivare questi fondi, che saranno concessi in varie tranche fino ai 30 milioni pattuiti. La sicurezza prima di tutto allora: verranno sostituiti i sediolini (non avviene dal 1990), sarà rifatto l’impianto elettrico, riqualificati tutti i bagni e soprattutto la copertura, vero e proprio guaio creato all’epoca di Italia ’90.

In tutto questo dov’è il Napoli? Nessuna dichiarazione da parte di De Laurentiis, la cui strategia a questo punto sembra chiara: aspettare le elezioni per capire almeno con chi instaurare – o eventualmente reinstaurare – un dialogo.

 

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