Josè Mourinho stravede per lui. É già questa, di per sé, è una garanzia sulla bontà del calciatore. Parliamo di Nathaniel Chalobah, nativo di Freetown in Sierra Leone ma naturalizzato inglese, esempio di quell’integrazione razziale che negli altri Paesi è una realtà importante da tanto tempo, mentre da noi stenta ancora ad attecchire.
Pensate un po’: Chalobah è addirittura il capitano della Nazionale inglese Under 21. Un ruolo importante, di responsabilità: nel football d’oltremanica queste cose contano ancora tanto. Ha una versatilità importante, che lo rende calciatore moderno nel senso migliore del termine. É così quando vieni allenato all’academy del Chelsea: ti insegnano a giocare in ogni ruolo, poi man mano affini le tue peculiarità. Ma resta comunque il fatto che, nella necessità, devi saper fare tutto. Nella stagione 2010-2011 entra a far parte del settore giovanile dei blues, ma siccome siamo sempre in Inghilterra e le cose vanno fatte in una certa maniera, Nathaniel incontra tante difficoltà al suo primo anno. Motivo? La scuola. Sì, avete capito bene: il Chlesea privilegia lo studio al calcio, e obbliga Chalobah a fare più ore dietro una scrivania che in campo. I risultati migliorano nel rendimento scolastico, e l’anno successivo il giovane sierraleonese riesce a dimostrare anche con il pallone ciò di cui è capace. Nasce propriamente come difensore centrale, ruolo nel quale spiccano due qualità: la grandissima fisicità abbinata ad una classe cristallina, che gli concede di disimpegnarsi come un veterano e di diventare un vero e proprio regista difensivo. Caratteristica, questa, che gli consente di giostrare con destrezza anche in mezzo al campo: leggenda vuole che sia stato José Mourinho a consigliare ai tecnici delle giovanili del Chelsea di spostarlo in mediana. L’academy inizia ad andargli stretta, il club di Abramovich vuole vederlo impegnato in campionato, così inizia a cederlo in prestito: Watford, Nottingham Forest, Middlesbrough, Burnley e Reading. Sono le sue prime avventure prima del passaggio al Napoli.
Che si concretizza l’estate scorsa: il ds Giuntoli propone a De Laurentiis di portare questo ragazzo a Castel Volturno. Il presidente fiuta l’affare, e vorrebbe anche prelevare l’intero cartellino: ma il Chelsea, e nella fattispecie proprio Mourinho, si rifiutano anche di concedere il prestito con diritto di riscatto. Chalobah arriva in azzurro quindi in prestito secco, con un futuro che a settembre sembra già segnato: il ritorno al Chelsea nella prossima stagione. L’ambientamento a Napoli non è dei più semplici. Diversa cultura, sia nell’allenamento quotidiano che nella vita di ogni giorno, ne frenano inizialmente l’ascesa. Sarri gli concede pochi minuti in Europa League, poi lo fa giocare titolare contro il Legia Varsavia al San Paolo, in una partita inutile ai fini della qualificazione ai sedicesimi. E la prestazione dell’inglese è da incorniciare, non solo per il gran gol che mette a segno ai polacchi: da quel momento in poi, tutti si aspettano l’esplosione definitiva di questo ragazzo. Ma il destino si mette di traverso: dopo Natale purtroppo, la mamma di Chalobah viene a mancare. Il ragazzo ne soffre tremendamente, al punto da chiedere al Napoli un permesso speciale per andare in Inghilterra e restarci qualche tempo. Il club ovviamente lo accontenta, ma questo segna un altro paletto nella consacrazione del giocatore in maglia azzurra: da allora, non ha più messo piede in campo. E il futuro per ora è un punto interrogativo: Mourinho ha lasciato il Chelsea, il Napoli vorrebbe puntare sul calciatore ma c’è da convincere la dirigenza inglese. Non sarà facile, ma se resterà in azzurro sono in molti a scommettere sul fatto che sarà lui il centrocampista del futuro partenopeo. Un ruolo importante, nella decisione finale, potrebbe spettare proprio al calciatore, che a Castel Volturno è diventata un po’ la mascotte di tutti, consigliato e coccolato dai più grandi. E la ragazza è pazza di Napoli: un altro elemento che giocherà a favore della sua permanenza in azzurro.