Verremo ancora alle vostre porte, e grideremo ancora più forte

Ognuno dei sei milioni di tifosi del Napoli ha sognato, almeno una volta nella vita, che quella partita potesse finire così. Perché se vincere in casa della Juve è sempre un’impresa che dà immensa goduria, farlo così, con un gol al 90°, rappresenta un’emozione che non ha eguali. Soprattutto se poi, la vittoria, consente agli azzurri di portarsi a un punto dai bianconeri e di viaggiare in questo finale di campionato con l’inerzia dell’entusiasmo a favore. Vero, la squadra di Allegri ha ancora un punto di vantaggio a quattro partite dalla fine. Ma un punto, in 360 minuti, è un’inezia. Soprattutto considerando che la Juve dovrà far visita a Inter e Roma.

Intanto la dimostrazione di forza data da Sarri e dai suoi ragazzi all’Allianz Stadium è tipica di chi, oltre ad avere un sogno nel cuore, ha la convinzione di poterlo realizzare. Perchè sa di meritarlo, perché sa che tutti gli sforzi fatti fin qui, tutte le rinunce, tutti i sacrifici, dovranno portare al risultato finale. Perché va bene essere ricordati per il gioco, per la bellezza e l’estetica messa in campo contro la quasi totalità degli avversari affrontati. Ma se a quest’aspetto si aggiunge la vittoria finale, ecco che l’ingresso nella storia diventa automatico. E non solo per la vittoria, ma anche per il modo in cui viene perseguita: abbinando bellezza e concretezza, facendo capire al vetusto mondo del calcio italiano che la rivoluzione  si può davvero fare, se si è disposti a gettare il cuore oltre l’ostacolo, se con impegno, abnegazione e grinta si riescono a superare anche le avversità che sembrano insormontabili. Proprio come lo Stadium: pensate, da quando è stato inaugurato il Napoli non solo non aveva mai vinto o pareggiato, ma nemmeno ci aveva mai segnato un gol in campionato. Proprio questo dato deve servire a far comprendere l’entità dell’impresa degli azzurri, che ora devono crederci fino alla fine.

E hanno un unico modo per farlo: seguire il loro comandante. L’idea di riportare Napoli sul tetto d’Italia ha iniziato a rimbalzare, nel cuore del tecnico partenopeo, già alla fine dello scorso campionato. Se l’era messa in testa l’impresa, al punto da rinunciare a tutte le altre manifestazioni pur di inseguire quel sogno. Criticato talvolta per i suoi modi fin troppo burberi, e per il suo integralismo che poteva diventare un limite, oggi il comandante sta guidando la sua truppa alla conquista del palazzo, accompagnato da un’intera città che, nel corso dei secoli, ha da sempre adorato chi si è innalzato a difendere i suoi diritti contro usurpatori e violenti. E’ la storia a dimostrarlo, e nel calcio qualcosa del genere è già avvenuto una trentina di anni fa. All’epoca il condottiero azzurro rispondeva al nome di Diego Armando Maradona, oggi è Maurizio Sarri a vestire i panni di chi vuole rovesciare il potere. E sembra di sentirlo cantare: “Verremo ancora alle vostre porte, e grideremo ancora più forte”.

Vincenzo Balzano

 

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